Tipologia
notizia: Architettura |
Palazzo Tursi gia Grimaldi Doria
Il più importante tra i palazzi di Strada Nuova, con un fronte stadale tre volte più grande deglli altri edifici e più complesso di qualsiasi costruzione genovese del Cinquecento, viene iniziato nel1565 per Nicolò Grimaldi, primo banchiere di Spagna, su progetto di Giovanni e Domenico Ponzello. Perragioni non chiare, ma probabilmente legate a motivi economici, nel 1593 il Grimaldi cede il palazzo a Giovanni Battista e Giovanni Stefano Doria, i quali dopo tre anni lo rivendono a Giovanni Andrea Doria, principi di Melfiche lo acquista per suo figlio Carlo, divenuto più tardi duca di Tursi. Molti gli ospiti illustri che vi soggiornano: dal duca di Richelieu al duca di York all'infante Maria Teresa di Spagna. Nel 1820 il palazzo viene acquistato dai Savoia, pori diviene sede del Collegio dei Gesuiti, infine nel 1848 il Comune vi trasferisce il Municipio. In facciata un possente zoccolo a bugnato prosegue oltre il corpo del palazzo a schermare il giardino e sorregge i due loggiati laterali voluti da Giovanni Andrea Doria; le finestre sono decorate da mascheroni e teste di animali fantastici di gusto manierista. Il portale, sue colonne doriche sormontate da un'architrave con figure e blasone, è opera di Taddeo Carlone. Entrando nell'atrio, la fuga prospettica è di rande impatto scenografico: lo scalone di marmo porta ad un lungo cortile porticato sormontato da un loggiato, oggi chiuso da vetrate, e concluso da una fuga di rampe laterali. A questa maglificenza architettonica corrispondono delgli interni piuttosto spogli, probabilmente a causa delle sopraggiunte difficoltà economiche del primo proprietario. Giovanni Andrea Doria rimedia alla macanza con degli arazzi di provenienza inglese e fiamminga e nella seconda metà dell'Ottocento Francesco Gandolfi decora il soffitto del salone principale con Cristoforo Colombo che presenta ai Reali di Spagna i prodotti dell'America e Nicolò Barabino affresca le sale Tollot e Galliera. Il salone di rappresentanza e le altre stanze del piano nobile sono state decorate tra la prima e la seconda metà dell'Ottocento. Sono qui conservati due importanti cimeli come i violini di Nicolò Paganini e di Camillo Sivori. Così questo è l'unico palazzo di via Garibaldi privo di cicli decorativi interni oltre che il solo ad aver avuto uno sviluppo architettonico recente, con i nuovi spazi per la sala consiliare e gli uffici dell'amministrazione civica, progettati nel 1961 dall'architetto Franco Albini, arrampicati sulla collina di Castelletto e mimetizzati da giardini pensili sul tetto. |