CASA CARBONE
I fratelli Emanuele e Siria Carbone nel 1987 hanno deciso di donare la loro casa al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano affinché venisse aperta al pubblico a testimonianza di “come e dove vivano in Liguria le famiglie borghesi prima che le esigenze della nostra civiltà spersonalizzassero le nostre abitazioni”.
La palazzina risale circa alla metà del XIX secolo; coevi o di pochi decenni successivi sono i tradizionali pavimenti a mosaico e il ciclo di tempere parietali.
SALONE
E’ la sala di rappresentanza per eccellenza.
Gli arredi della casa offrono un’interessante panorama del tradizionale mobilio in voga nelle abitazioni della borghesia rivierasca tra Otto e Novecento.
I dipinti, in gran parte di provenienza ligure del XVII secolo, costituiscono certamente la collezione più significativa della casa. Tra le opere del Salone, due importanti ritratti di senatori eseguiti da Gio Enrico Vaymer (Genova, 1665-1738).
SALA DA PRANZO
La destinazione conviviale della stanza è testimoniata dalle decorazioni con frutta e verdura nei riquadri del soffitto, così come la tavola elegantemente imbandita ricorda i momenti di aggregazione della famiglia. L’abbondante raccolta di ceramiche francesi e inglesi, otto e novecentesche, testimonia la passione di Siria per gli oggetti d’uso legati al ricevere.
CAMERA DA LETTO DI SIRIA
Si tratta di un arredo en suite completo, risalente al 1870 circa. In origine i letti erano due, poiché Siria condivideva la stanza con l’amata madre Eugenia.
Tra i dipinti, da notare, sopra la testata del letto, la tela raffigurante il Riposo nella fuga in Egitto, riferibile all’ambito di Domenico Fiasella (Sarzana 1589-Genova 1669)
CAMERA DA LETTO DI EMANUELE CARBONE [foto 1 e foto 2]
L’arredo risale per lo più alla metà dell’Ottocento.
I volumi sugli scaffali rendono solo in parte la varietà e l’eterogeneità degli interessi Emanuele, lettore colto e appassionato di arte, astronomia, filosofia e letteratura. Tra i dipinti, segnaliamo: sopra il letto, Madonna con Bambino San Antonio e il donatore di Bernardo Castello (Genova 1557?-1629), sulla parete di fronte, il Suicidio di Lucrezia di Giovanni Battista Paggi (Genova 1554-1627).
CUCINA
La cucina restituisce la calda atmosfera di vita domestica della famiglia e ricorda l’abilità culinaria di Siria: le tele esposte sulle pareti rievocano pietanze destinate ai commensali da lei stessa preparate.
SALOTTINO BAROCCO
L’arredo della stanza, più propriamente definibile “neorococò”, risale agli ultimi anni del XIX secolo e ripropone, in chiave fantasiosa, le forme leggere e capricciose dei mobili Luigi XV.
Spicca sulla parete il bel dipinto con S. Margherita e il drago, opera di Giovanni Andrea De Ferrari (Genova 1598-1669?).
STUDIO
La stanza raccoglie gli oggetti che meglio rendono la vivacità degli interessi di Emanuele Carbone e la natura eclettica della sua cultura: strumenti scientifici e astronomici, orologi e scatole musicali, ma soprattutto i vivaci burattini che lui stesso ha realizzato nel corso della sua vita dimostrando grande abilità manuale e acuto spirito ironico.
Tra i dipinti, da segnalare Gentiluomo con armatura, attribuito a Sofonisba Anguissola (Cremona 1532?-Palermo 1625).
I libri esposti sono databili al XVI/XIX secolo. Tra le riviste d’arte, invece, significativa è la raccolta, dagli anni ’40 ai ’70, di “The Studio”, prestigioso periodico britannico destinato a un pubblico di specialisti.
Sulle pareti sono esposte due marine: Mare in tempesta con navi (dietro la scrivania), ascrivibile a scuola fiamminga della seconda metà del secolo XVII e Veduta di mare in tempesta e costa rocciosa attribuita a Peter Mulier detto il Tempesta.
* Si ringraziano Francesca Marini per gli studi storici e Barbara De Marco per la schedatura dei dipinti ed il FAI - Fondo Ambiente Italiano |