Presentazione.
Riportiamo un testo scritto dal collezionista che ha ideato il museo, il compianto Comm. Pietro Carlo Bosio.
Gli oggetti esposti sono il risultato di una raccolta durata diversi decenni, per tutto il mondo, che spero vi trasmetta un po’ della passione che ha sostenuto in tutti questi anni la mia ricerca su tutto quello che riguarda l’arte che prende il nome di filigrana.
Prima di far parte della mostra permanente la collezione è stata oggetto di interessanti esposizioni: a Genova nel 1973, poi nel 1992 in occasione delle manifestazioni colombiane ed ancora nel 1994 ripetuta per il grande riscontro di visitatori; invece a Venezia nel 1983. Di minore importanza, anche se mi hanno procurato moltissime soddisfazioni, sono state le mostre di Imperia, Colono e Guardiagrele per quanto riguarda l’Italia, mentre a Mosca, New York, Francoforte e Stoccarda ho portato manufatti di produzione campese.
Mi è parso logico che questi oggetti preziosi siamo ospiti permanenti del Museo di Campo Ligure, uno dei pochi centri produttivi rimasti in Italia, solamente qui infatti la collezione è in grado di rappresentare in pieno oltre al suo valore storico-culturale, quello di un’attività artigianale ancora fiorente.
Fonte Pietro Carlo Bosio
Filigrana.
La filigrana si ottiene mediante la lavorazione dell’oro e dell’argento ridotti prima in sottilissimi fili, accostati tra di loro, ritorti ed intrecciati , per poi sformare svariati motivi decorativi che possono essere applicati ad una lamina, o solamente sorretti da un filo più spesso, chiamato “scafatura”.
Un museo unico al mondo.
Oggetti di ornamento lavorati con questo procedimento tecnico risalgono già alle più antiche civiltà del Medio Oriente. La tecnica della filigrana fu sviluppata da Egiziani, Fenici, Greci, Etruschi e Romani; la ripresero Bizantini, Persiani e gli Europei nel Medio Evo. Fondamentalmente fu l’apporto dei Cinesi, soprattutto al tempo della dinastia Sung (960-1279 d.C.)
Mentre gli altri popoli lavoravano solo metalli preziosi (argento, oro) valendosi del cesello e del bulino, i Cinesi dimostrarono la loro abilità anche nel lavorare con eccezionale finezza perfino gusci di noce e di mandorla, come nel realizzare preziosi ventagli di tartaruga e smalti, lavorati su entrambi i lati.
Nella nostra penisole, l’arte della filigrana, nel corso dei secoli, è più volte caduta in disuso, ma periodicamente è rifiorita.
E’ nel tredicesimo secolo che approda a Genova per rimanervi costantemente, tramandati di generazione in generazione.
Nella prima metà dell’Ottocento la filigrana in Liguria si diffonde in ogni ceto ed inizia l’esportazione di questo prodotto molto richiesto sui mercati europei.
Nel 1884, dopo una lunga esperienza in una bottega genovese, l’artigiano Antonio Oliveti decide di impiantare il primo laboratorio di filigrana nella natia Campo Ligure, che divenne un qualificato centro di produzione. Esso col passare degli anni ha saputo coniugare importanti innovazioni delle caratteristiche artigianali della produzione.
Le sale.
Una sala del museo e centro di documentazioni sulla Filigrana è occupata dagli strumenti che servono alla preparazione del filigranato. Gli antichi attrezzi (sec. XVIII-XX) che affiancavano i processi di fusione, saldatura, torcinatura, erano azionati anche dai bambini, che a turno si scambiavano le operazioni da svolgere. Il Museo prosegue con gli oggetti raccolti in quattro continenti: una sezioneè dedicata all’Italia e all’Europa, poi la Russia, l’India e la Cina, l’Africa, l’America del sud e così via. La visita si completa con video e catalogo multimediale.
Fonte A.P.T. Genova
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